N. 8 (2014): Abiti e abitudini dei migranti nelle Americhe e in Australia
In questo numero della rivista, particolare attenzione è riservata al comportamento e alle forme del vestire, organizzati attraverso tematiche che veicolano valori extra letterari, d’ordine sociale ed etico, divenendo quasi l’emblema stesso della migrazione. Il vestito come espressione d’identità, individuale e collettiva, rivendicazione di origini etniche, ponte tra mondi diversi, fonte di consolazione o di disagio, orgoglio o rifiuto di un’appartenenza, permette di indossare identità vecchie e nuove per sentirsi parte integrante dell’attuale realtà. Permette, inoltre, di portare alla luce un ulteriore tassello per la definizione di letteratura migrante. Attraverso differenti testimonianze, gli studi entrano nella contaminazione di forme di scrittura e di problematiche che, intrecciate a quelle migratorie, estendono le indagini a un ampio spazio geografico –Americhe (Nord-Centro-Sud) e Australia– e a tempi diversi. Tale prospettiva dilata i problemi connessi al processo di formazione di suddetto genere. Tuttavia, all’interno del corpus letterario, nella dispersione tra enunciazione-descrizione, si crea una rete intertestuale in cui vengono messi in gioco rapporti molto complessi fra opere, linguaggi e scritture molteplici. Una sezione particolare è riservata alle creazioni artistiche dato l’interesse emerso dalla tavola rotonda –tenutasi nella prima giornata del convegno di Spazi e tempi dell’emigrazione (UD 15-17 ottobre 2013), incentrate sul migrare della parola, tra emozioni e inarrestabile ricerca del sé dove è implicito un cambiamento di significato, ossia il passaggio dal senso intellettuale a quello affettivo.