N. 22 (2024): Acqua e migrazioni
Questo numero esamina il significato polivalente dell’acqua e la sua importanza nei testi letterari. In particolare, l’oceano quale simbolo della totalità, dove ogni cosa è possibile, costituisce l’elemento comune alle abbondanti mitologie acquatiche che ricorrono al mare tenebroso, all’acqua primordiale, per far nascere il mondo oltre l’abisso della notte. Emerge il carattere ambivalente dell’oceano la cui funzione è quella di separare e di riunire, grazie a rotte che si delineano con vigore nel corso dei tempi, intensificando scambi commerciali, ambizioni territoriali, scoperte scientifiche e tecnologiche. Anche l’oceano Atlantico, considerato a lungo il terrore dei marinai, il Mare Esterno, il Mare delle Tenebre, l’Oceano Circondante, insuperabile prima delle tre caravelle salpate nel fatidico e rivoluzionario 1492, si offre a numerosi viaggi di collegamento tra Africa, Europa e Americhe. Non ultimi quelli che, a iniziare dalla seconda metà dell’Ottocento, vedono migliaia di italiani lasciare la terra natale per una nuova patria, ricca di promesse, ma con altrettanti ostacoli da superare. Declinate, dunque, all’interno di continenti diversi, e attraverso lingue differenti ‒ francese, inglese e spagnolo ‒, le indagini approfondiscono i molteplici significati assegnati all’acqua, esprimendo uguali concetti sia pure modellati dal territorio di appartenenza. Non può essere diversamente in quanto l’acqua, oltre ad essere motivo di perpetuo divenire, è elemento imprescindibile all’esistenza della natura e degli uomini che con essa hanno instaurato un rapporto conflittuale e al tempo stesso appagante.