Mobilizing the Grid. Collaborative Creativity in Public Space, and Radical Artistic Flows from South to North. From “Sandinista” to “Zapatista” to “Occupy Wall Street”

Abstract

The article at hand explores the mobility of artistic ideas and practices within the Americas and analyzes collaborations between artists from the South and the North. In particular it looks at artistic collaborations between artists from Panama, Nicaragua, Mexico and the US that embrace radical aesthetics defining art as tool for social change. In which way these artists challenge and change the public sphere by practicing art within public space is the major research question guiding the analysis. Revisiting public space in the Americas also means to return to the foundational pattern of structuring space in the American hemisphere: the grid. The grid is considered the foundational architectural and urban structure to colonize and organize space in the Americas for purposes of spatial community-building and expansion. the grid contains tremendous power to shape the social in spatial terms. Functioning both horizontally and vertically, it supports the expansion of territory as well as the extension of architecture. This article reads the grid as a fundamental “American” structure–a “space of entanglement” that sets spatial limits to utopia but also provides open spaces between the metal, steel, and iron through which voices of the dispossessed can pass and through which new forms of participation, interaction, and community emerge.

Mobilitare il reticolo. L’arte nello spazio pubblico e flussi artistici radicali dal Sud al Nord: dal sandinismo allo zapatismo, a Occupy Wall Street
Il saggio esplora la mobilità di idee e pratiche artistiche tra le Americhe e analizza le collaborazioni tra artisti del Sud e del Nord delle Americhe. In particolare, prende in esame le collaborazioni tra artisti provenienti da Panama, Nicaragua, Cuba, Messico e Stati Uniti che adottano estetiche radicali che definiscono l’arte come strumento di cambiamento sociale. Questo studio si interroga sulle modalità con cui gli artisti problematizzano e tentano di cambiare la sfera pubblica installando la loro arte nello spazio pubblico. La rivisitazione dello spazio pubblico nelle Americhe implica anche un ritorno al motivo fondativo che struttura lo spazio nell’emisfero americano: il reticolo. Infatti, esso è considerato la struttura architettonica e urbana fondativa che ha colonizzato e organizzato lo spazio nelle Americhe a fini di espansione e costruzione spaziale della comunità. Il reticolo contiene un eccezionale potere di plasmare il sociale in termini spaziali. Funzionando orizzontalmente e verticalmente, il reticolo soggiace alla logica di espansione territoriale e di estensione architettonica. Questo saggio rilegge il reticolo come una fondamentale struttura “americana” – uno spazio di “imbrigliamento” che pone limiti spaziali all’utopia ma che fornisce anche spazi aperti tra metallo, acciaio e ferro, in cui transitano le voci degli sfruttati e attraverso cui emergono nuove forme di partecipazione, interazione e comunità.