North Atlantic: The Most Dangerous Water in the World
DOI:
https://doi.org/10.53154/Oltreoceano78Parole chiave:
Atlantico, gesuiti, pestilenze, martiri, Nuova FranciaAbstract
Durante il ventesimo secolo il Nord Atlantico era una delle principali rotte della migrazione di massa e una delle acque più pericolose del pianeta. Centinaia di navi vi affondarono e migliaia di persone annegarono nelle sue gelide acque. Pensiamo, per esempio, al disastro del Titanic nel 1912, la collisione dell’Empress of Ireland nel 1914, il siluramento della Lusitania nel 1915 e l’esplosione del Mont Blanc nel 1917. Durante la seconda Guerra mondiale molte navi furono affondate dai sottomarini. È alquanto ironico pertanto che questo passaggio così pericoloso sia anche diventato la principale rotta delle migrazioni di massa verso il Nord America per migliaia di immigranti alla ricerca di una nuova vita. Una di queste navi, l’Andrea Doria, si scontrò con la MS Stockholm e affondò nel 1956. Molto prima dell’era moderna, il Nord Atlantico portò malattie e morte ai popoli indigeni del Nuovo Mondo, cambiando per sempre il loro destino. Tra il 1634 e il 1640, per esempio, migliaia di indigeni Wyandot furono uccisi da un’epidemia di vaiolo e influenza nella Nuova Francia e nelle colonie inglesi più a sud. Questo contributo analizza Le Relazioni dei Gesuiti come testimonianza delle interazioni tra i popoli indigeni e i coloni francesi nel diciassettesimo secolo. L'insediamento di Quebec fu fondato nel 1608 dall'esploratore francese Samuel de Champlain che attraversò l'Atlantico circa 20 volte, morendo di un apparente ictus nel 1635, anche se non si può escludere che fosse stato infettato da una di queste malattie. Nel volume 13 delle Relazioni per l'anno 1637 Père le Mercier registra più di 130 riferimenti a febbre, malattia, contagio, malattia, epidemia, peste, sanguinamenti e morti infantili. Ci si propone di verificare cosa ci dicono i racconti di questi testimoni a proposito del comportamento umano durante le crisi sanitarie e dinanzi alla morte e a proposito della ricerca di martirio.
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