«Je m'insinue, visiteuse importune, dans le vestibule de ce proche passé»: le devoir de la mémoire d'Assia Djebar
DOI:
https://doi.org/10.53154/Oltreoceano53Parole chiave:
Assia Djebar, écriture-voix, femmes, colonialisme, ut pictura poesisAbstract
Notre lecture parcourt quelques fragments de ce qu'on peut appeler lʼ«écriture-voix» d’Assia Djebar à travers les portraits et les paroles au féminin de la nouvelle Femmes d'Alger dans leur appartement tirée du recueil homonyme paru en 1980: des jeunes femmes marquées par leur participation à la lutte pour l'Indépendance y traduisent par leur langage sensuel et tragique la mémoire d'une expérience coloniale inscrite dans leur corps.
«Je m'insinue, visiteuse importune, dans le vestibule de ce proche passé»: Assia Djebar's Duty of Memory
Our reading explores a few fragments of what can be called Assia Djebar's writing-voice through the feminine portraits and words of the story Femmes d'Alger dans leur appartement from the homonymous collection (1980): young women, marked by their participation in the struggle for independence, translate through their sensual and tragic language the memory of a colonial experience inscribed in their bodies.
«Je m'insinue, visiteuse importune, dans le vestibule de ce proche passé»: il dovere della memoria
La lettura approfondisce e analizza alcuni frammenti di quella che potremmo definire la "scrittura-voce" di Assia Djebar, attraverso i ritratti e le parole femminili della novella Femmes d'Alger dans leur appartement, tratta dall'omonima raccolta pubblicata nel 1980: giovani donne segnate dalla partecipazione alla lotta per l'indipendenza traducono la memoria di un'esperienza coloniale inscritta nei loro corpi attraverso il loro linguaggio sensuale e tragico.
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